Sono presenti numerose maschere “tradizionali” piuttosto elaborate, a cominciare dai cosiddetti belli e belle, componenti della fila, gli sposi e le m’pacchiatrici.
Lo sposo e la sposa sono i protagonisti principali della Mascarata essendo, il loro matrimonio, il motivo per cui si svolge la festa e i balli. Le maschere sono composte da due uomini (come da tradizione nella commedia dell’arte) uno piccolo, esile e magro vestito da sposo e l’altro alto e robusto vestito da sposa. La loro disparità fisica rende ridicola e divertente la coppia che, durante il ballo regala mimose e confetti alle persone che assistono alla sfilata. Lo sposo si accompagna ad una “scaletta” che altro non è che un’attrezzo di legno che lanciato in aria si allunga fino ai balconi delle case e permettendo agli sposi di fare omaggio di fiori e confetti anche a chi si trova in casa in cambio di un offerta.
‘O prim’ommo è colui che comanda la fila. Nella fila dei belli, infatti, ‘o prim’ommo è colui che comanda il ballo. Egli indossa un cappello ricolmo di fiori e nastri colorati che simboleggiano lo sbocciare della primavera con un pennacchio rosso e blu dei carabinieri che simboleggia il “comando” del ballo. Addosso porta un panciotto di velluto rosso adornato da campanellini e collane d’oro e un pantalone alla zuava di velluto rigato nero. Nel corso degli anni i vestiti sono cambiati nelle cromature ma conservano sempre la forma originale.
La pacchiana e la ‘mpacchiatrice, sono le figure femminili che compongono insieme al prim’ommo la fila della Mascarata. La prima balla nella fila mentre la seconda balla separatamente ed ha il compito di incitare al ballo e ai festeggiamenti. Il nome mpacchiatrice è dato dal dal fatto che portano con loro una specie di fucile detto ‘a scuppetta che spara polvere profumata diretta al pubblico osservante, e che spesso gioca con la sessualità maschile nascosta sotto gli appariscenti costumi. Il vestito delle due figure è pressocchè identico. Si compone di una una gonna merlettata con il classico grembiulino sovrapposto entrambi ricolmi di fiocchi e nastri, di una camicia con due spalline o mantellina sempre adornate da fiocchi colorati e da un cappellino di fiori con nastri o il classico “maccaturo” (fazzoletto) tipico delle donne di campagna. In origine alle donne non era consentito partecipare al carnevale, di fatti il ruolo delle “donne” della Mascarata era riservato ai soli uomini che per non mostrare il viso mascolino lo coprivano con una maschera merlettata.
L’ultima maschera che chiude la fila della Mascarata è pulcinella. Figura tipica, non solo della tradizione partenopea, ma di tutto l’entroterra campano. Numerosi sono i gruppi carnevaleschi della zona dell’avellinese che hanno pulcinella come figura principale della sceneggiatura. Nella nostra Mascarata pulcinella chiude la fila ed ha il compito, insieme al prim’ommo, di guidare i ballerini. A differenza del pulcinella napoletano, il nostro porta in testa un cappello conico alto con tanti nastri colorati che scendono dall’estremità.
Un’altra figura classica della Mascarata è la vecchiarella. Questa è davvero una maschera originale unica nel suo genere. Essa rappresenta una povera signora anziana malridotta fisicamente che porta a cavalluccio un uomo grande e robusto intento a suonare le nacchere al ritmo della Mascarata. Durante le nostre sfilate ai carnevali di Viareggio, Cento, Venezia ecc… questa è stata la figura più fotografata e ammirata. Lo stupendo effetto ottico, e la splendida manifattura rendono impossibile percepire che al di sotto della maschera vi è una sola persona. Ultima curiosità, il vestito della vecchiarella può arrivare a pesare anche oltre quindici chili.
Altre figure secondarie sono i barbieri. Si tratta di un gruppo di scatenati ragazzi che, vestiti con il classico camice bianco, impersonano una vera e propria equipe di scalmanati barbieri. Ognuno di loro ha un ruolo. C’è chi ha il rasoio, chi porta la sedia, chi porta la forbice, chi il pettine, chi il pennello e la tovaglia e chi si occupa dell’affilatura del rasoio.