Il Carnuale muorto è la rappresentazione goliardica del funerale di Carnevale. La tradizione della sfilata di questo funerale non è legata all’origine della Mascarata ma viene comunque tramandata come questa ormai da decenni e decenni anche se, a differenza della Mascarata, non viene proposta a cadenza annuale ma viene svolta a distanza di anni tra una edizione e l’altra.
Questa scelta, condivisa negli anni tra i vari protagonisti organizzatori che si sono succeduti, ha permesso di rendere questa pratica unica nel suo genere e mai ripetitiva e banale. Ogni volta che viene proposta, infatti, vi sono sempre personaggi nuovi aggiunti a quelli classici, vi sono dialoghi, situazioni, gag, sempre diversi dall’edizione precedente. Anche i protagonisti, pur essendo sempre gli stessi, vengono intercambiati nei ruoli e nelle situazioni.
La sceneggiatura del Carnuale muorto prevede la morte improvvisa di Carnevale “povero cornuto sventurato” che, a seguito di una mega abbuffata di prodotti tipici locali iniziata il giovedì grasso, trova una felice dipartita dopo una vita vissuta tra continui ubriacate, continue mangiate e continui tradimenti alla moglie Caraesima (Quaresima) che lo ripagherà, però, della stessa moneta con tutti gli uomini del paese immaginario di Pallamonte. Data la vita sventurata di Carnevale e per ringraziamento alla moglie Quaresima di averli fatti “felici”, al funerale partecipano tutte le massime autorità del paese dal sindaco al capitano delle guardie “municipalle”, dai “carbineri” in alta uniforme alla confraternita dei “sette pallisti”, dal vescovo al notaio. Proprio quest’ultimo alla fine del funerale detterà le ultime volontà del defunto rendendo pubblico il testamento. A seguito della morte del marito, durante il funerale, Quaresima scoprirà che quest’ultimo la tradiva con un’altra e che ne divideva, oltre al talamo, anche parte dei pochi soldi che quest’ultimo guadagnava arrangiandosi con i lavori più degradanti e umilianti del mondo.
La sorpresa di essere stata fatta cornuta, spingerà Quaresima a prendere a schiaffi e male parole la malcapitata “Commare” che si troverà costretta a difendersi rispondendo alle botte e alle numerose ingiurie. Inutilmente il parroco, il sindaco e il notaio, amanti di entrambe le donne, tenteranno di dividerle.
Gli altri personaggi principali, come detto prima, sono il sindaco, il notaio, il parroco ed il vescovo. Il sindaco, persona corrotta e di facili costumi, si troverà a dirimere, senza riuscire nell’intento, le accese litigate tra Quaresima e la commare entrambe sue amanti non tanto segrete. Il notaio, esimio dott. Felice Mastronzo, persona di spiccata morale ma dal carattere volubile e dalla parola molto scorrile, si troverà a dettare alle due contendenti le ultime volontà di Carnevale. Il parroco, persona avida, ingorda, e di facili costumi ma dal cuore buono, si troverà a seppellire il suo grande amico e compagne di mangiate e bevute Carnevale ma durante il funerale, a suo malgrado, verranno fuori le sue continue relazioni amorose con le sue parrocchiane in particolar modo con Quaresima e la commare. Infine troviamo il vescovo, pastore più di pecore che di anime. Accorre al funerale di Carnevale in seguito alla notizia che il parroco intratteneva rapporti con la moglie del defunto e, per paura che anche le sue malefatte vengano scoperte, fa ricadere sul povero parroco tutte le colpe e le accuse dei vari adulteri.
La fine del funerale è un tripudio di balli e musica della Mascarata, l’ultima esplosione di gioia prima del grande silenzio che accompagna il periodo di Quaresima.
La tradizione del Carnuale morto è stata ripresa nel 2007 dopo un silenzio di 15 anni. L’ultima edizione infatti era stata quella del 1992. Per volontà di molti giovani dell’Associazione MA.BI. proprio nel 2007 fu ripresa questa pratica ereditando tutto il materiale della vecchia edizione (video, abiti, testi oggetti ecc…) implementandolo con del nuovo. Negli anni si è passati dai poco più di 20 figuranti del 2007 agli oltre 60 nell’ultima edizione del 2019.
Enorme successo della manifestazione, oltre alle edizioni distanti fra loro, è la particolarità della recitazione. Nessun copione è stato mai scritto, ogni personaggio improvvisa dialoghi e azioni in base alle situazioni che vive. Non c’è freno nel pronunciare bestemmie e parolacce, nel compiere gesti poco ortodossi, nel prendere in giro e imbrattare di vino, aceto e mele marce i numerosi partecipanti.
Particolare attenzione a questo rito è stato prestato dai tanti antropologi che seguono l’associazione ormai da anni. Fra i tanti ci sono la Dott.ssa Alessandra Broccolini dell’Università La Sapienza di Roma, la Dott.ssa Katia Ballacchino dell’Università degli Studi di Salerno ed il Prof. Giovanni Kezich che nel 2019 ha curato il progetto “Carnival” dell’Unione Europea in cui è stato inserito anche il nostro “carnuale morto”.