La tarantella tipica serinese chiamata “A Mascarata”, è una trascrizione e un arrangiamento originariamente preso dalla tarantella napoletana classica. Lo spartito de “La Mascarata”, secondo la memoria storica di persone del paese di San Biagio, è sempre stata l’unica fonte musicale a cui attingere per l’esecuzione della tarantella durante la sfilata.
La tradizione e le necessità pratiche inerenti alla sfilata hanno fatto sì che si creasse un nucleo ben definito di strumenti, divisi tra fiati e percussioni. Nella formazione di base sussistono due tamburi, due rullanti, due sassofoni, due clarinetti ed una tuba, ai quali si possono, anno dopo anno, aggiungere altri strumenti, in base a quanti musicisti vengono in aiuto alla banda originale. Ci viene spiegato che le musiche sono da sempre tramandate oralmente, per cui, con l’eccezione dello spartito di Marco Martone, non ci sono altri punti di riferimento: “i musicisti del carnevale ci parlano solo dell’usanza di suonare la tarantella ad orecchio, passando l’onere di suonare dai nonni ai nipoti delle famiglie legate al carnevale”.
La banda segue il bell’ommo che è a capo della fila, il quale decide la scaletta a secondo del luogo che attraversa la sfilata, oppure in base al clima del momento.
La tarantella sembra derivare da forme di danze e musiche di primo Ottocento; viene infatti definita localmente una tarantella “rossiniana” e, il riferimento a Gioacchino Rossini e al barbiere di Siviglia, è evidente anche nella maschera dei barbieri.